Bulimia Nervosa

Il CIP di Milano ha proposto un ciclo di incontri informativi via web per trattare la tematica dei disturbi alimentari e per spiegare l’approccio utilizzato dagli specialisti del centro. Nel webinar proposto la Dott.ssa Tramontano, psicoterapeuta del CIP, approfondisce in particolare il disturbo della bulimia nervosa (BN) sottolineando i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione ed i trattamenti più efficaci.

Disturbo alimentare: bulimia nervosa

Questo disturbo è stato riconosciuto come patologia negli anni ’70 grazie agli studi effettuati tra le studentesse dei college americani, e solo nel 1979 vi è stata la prima diagnosi di bulimia nervosa grazie a Russel. In Italia è stato stimato che colpisca tra l’1 e il 5% della popolazione, soprattutto di genere femminile, di età compresa tra i 12 e i 25 anni ed in maniera omogenea tra le classi sociali.

Diagnosi di bulimia nervosa

Le principali caratteristiche individuate nel DSM-V per una diagnosi di bulimia nervosa sono l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e le frequenti abbuffate con perdita di controllo. Mentre la prima è comune a tutte le problematiche alimentari, le abbuffate sono tipiche di questo disturbo e sono contraddistinte, in particolare, dalla necessità di segretezza; spesso, infatti, i soggetti bulimici fanno di tutto per tenerlo nascosto perché si vergognano e si sentono in colpa per i comportamenti attuati.

Questo, oltre alla convinzione di riuscire a controllare e gestire in maniera autonoma il disturbo, porta a posticipare la richiesta di aiuto, la quale spesso arriva quando la problematica ha già esordito da parecchi anni. Altre peculiarità specifiche delle abbuffate sono la velocità di assunzione di cibo, la perdita di controllo, un utilizzo di cibi non assunti normalmente perché considerati tabù nelle regole dietetiche dei pazienti e la sperimentazione di sensazioni di piacere presto sostituite da repulsione e senso di colpa.

Sentimenti che perdurano nel tempo

Questi sentimenti perdurano a lungo e innescano i meccanismi di compensazione come il vomito, l’uso di lassativi o diuretici, il digiuno (cioè la non assunzione di cibo maggiore di 24 ore) e un esercizio fisico eccessivo.

Tutto ciò comporta delle conseguenze a diversi livelli: fisico, psicologico e relazionale.

Nello specifico le ripercussioni da un punto di vista corporeo derivano principalmente dai metodi compensativi utilizzati, le più comuni sono: fluttuazione del peso corporeo pur mantenendo il normopeso, lesioni a gola e denti, danni alle dita, complicanze cardiache, disidratazione cronica, debolezza muscolare ed amenorrea.

Psicologia e bulimia nervosa

Per quanto riguarda i correlati psicologici legati alla bulimia nervosa, i più frequenti riguardano una distorsione dell’immagine corporea, sbalzi d’umore, bassa autostima, uno stile di pensiero rigido e dicotomico, stati di ansia e depressione, forme di autolesionismo, difficoltà interpersonali ed intolleranza alle emozioni che è tipica delle persone più sensibili che, tuttavia, usano metodi disfunzionali per regolarle.

Mantenere segreto il disturbo alimentare

Le maggiori conseguenze sul funzionamento sociale e relazionale derivano, invece, dalla necessità di mantenere la segretezza del disturbo alimentare ed includono, in primo luogo, l’isolamento sociale, seguito da una riduzione degli interessi e da difficoltà nella relazione di coppia. Spesso i pazienti si ritrovano a prediligere attività solitarie che richiedono il consumo di energia ma riportano, contemporaneamente, una maggiore difficoltà di concentrazione che talvolta conduce ad un’interruzione di lavoro/scuola.

Interventi di cura della bulimia nervosa

In Italia, il Ministero della Salute prevede 5 livelli di intervento che vedono un incremento d’intensità della cura a seconda della gravità, fisica e psichica, del caso:

  • medico di medicina generale o pediatra (per una diagnosi precoce e un indirizzamento)
  • terapia ambulatoriale specifica (visite cadenzate ma che permettono il mantenimento di gran parte della propria routine quotidiana)
  • terapia ambulatoriale intensiva o centro diurno (affiancamento di specialisti per gran parte della giornata)
  • riabilitazione intensiva residenziale o psichiatrica (assistenza continuativa sia nei pasti che nelle altre attività)
  • ricoveri ordinari o d’emergenza (casi in cui si riscontrano gravi conseguenze fisiche).

Trattamento di disturbi alimentari

L’attività del CIP si colloca tra il secondo e il terzo livello di assistenza, i programmi vengono adattati e personalizzati sulle esigenze della singola persona seguendo un approccio di tipo cooperativo per rendere più consapevole l’individuo. Come illustrato dalla Dott.ssa Sassaroli (direttore sanitario), il centro ambulatoriale intensivo pomeridiano nasce per il trattamento esclusivo di pazienti con disturbi alimentari e si avvale di un’equipe multidisciplinare con la collaborazione di diverse figure tra cui psicoterapeute, psichiatri, dietiste e psicologhe.

L’intervento previsto ha lo scopo di motivare ed aiutare le pazienti a prepararsi al cambiamento, inserendo in maniera graduale un affiancamento ai pasti per la ripresa di un’alimentazione regolare con un minore carico di sofferenza ed ansia.

Cognitive Behaviour Therapy Enhanced

Il centro utilizza la Cognitive Behaviour Therapy Enhanced (CBT-E), sviluppata dall’Università di Oxford e basata su una prospettiva transdiagnostica, in cui il paziente ha un ruolo attivo sia durante che dopo le sedute. Il trattamento non parte più, quindi, dalle singole diagnosi basate sulle caratteristiche individuate nel DSM, ma pone l’attenzione sui meccanismi di mantenimento comuni ai diversi disturbi alimentari. Obiettivo principale della terapia CBT-E è di far sì che i pazienti sviluppino uno schema di auto-valutazione indipendente dal peso e dalla forma del loro corpo e dal loro controllo; in questo percorso, i genitori, vengono considerati come risorsa e supporto al trattamento individuale.

Successo dei trattamenti di bulimia nervosa

Il tasso di successo dei trattamenti di bulimia nervosa, in base ai dati registrati, è del 50-70 % nel breve periodo e del 30-50% nel lungo periodo; è però importante eliminare tutti i comportamenti di controllo, di mantenimento e di compenso legati al disturbo perché altrimenti il problema alimentare probabilmente si ripresenterà.

I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione, in via generale, sono:

  • cambiamento abitudini alimentari,
  • esercizio fisico eccessivo,
  • ritiro sociale,
  • cambi nello stile di abbigliamento,
  • frequenti visite al bagno dopo i pasti,
  • scomparsa o accumulo di grandi quantità di cibo,
  • insoddisfazione eccessiva per il proprio corpo.

Per maggiori informazioni, contatta il Centro Medico Carugate in Via Bertarini, 22, 20061 Carugate MI. Telefono: 340 322 5040

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