disturbi alimentari

Il ciclo di webinar tenuto dalle dottoresse è rivolto alla specificazione di tre falsi miti relativi ai DCA:

  • la credenza per cui il DCA sia favorito unicamente da delle specifiche dinamiche familiari
  • la credenza che riguardi solo le ragazze adolescenti
  • la credenza per cui è sufficiente la forza di volontà per superare il disturbo (quindi affrontarlo senza un supporto multidisciplinare specialistico).

Il webinar in questione affronta il secondo falso mito, introducendo innanzitutto la diffusione del disturbo nella popolazione.

I disturbi alimentari

La dottoressa Ilaria Riboldi sottolinea innanzitutto come le caratteristiche dei DCA siano mutate nel corso del tempo: essendo determinati da più fattori (genetici, ambientali, sociali), mutandone il contesto, mutano anche alcune caratteristiche specifiche dei disturbi.

I disturbi alimentari più frequenti sono l’anoressia, la bulimia e il Binge Eating Disorder. Inoltre alcuni dati americani e europei mostrano una prevalenza, nella popolazione femminile dell’anoressia nervosa del 0,5-0,7%, della bulimia nervosa del 1,1-4-2% e del BED del 0,8-1,9%. Sembrerebbe dunque che il disturbo più frequente sia la bulimia nervosa.

Età di maggiore diffusione

Per quanto riguarda le età di emergenza, la maggior parte degli studi rileva una maggiore diffusione dei DCA nella popolazione adolescenziale, specificamente:

  • 13-18 anni per l’anoressia nervosa
  • 16-19 anni per la bulimia nervosa
  • intorno ai 20 anni per il BED

Tuttavia, dati più recenti mostrano una progressiva arretratezza dell’età di esordio, mostrando anche un coinvolgimento di preadolescenti e bambini (per l’anoressia anche 7-8 anni).

Disturbi alimentari nella popolazione maschile

Ultimo dato, riguarda la diffusione dei disturbi nella popolazione maschile. Inizialmente, gli studi sostenevano una maggiore frequenza nelle donne, con rapporto 10:1, dei DCA. Tuttavia, dati sempre più recenti evidenziano un progressivo aumento dei DCA anche nella popolazione maschile (19-30% tra gli anoressici sono maschi).

Questa passata tendenza a sottovalutare la presenza di DCA in soggetti di genere maschile ha portato anche ad un’asimmetria nella letteratura e nella ricerca del trattamento che solo recentemente si sta cercando di compensare.

Comportamenti di chi ha disturbi alimentari

Dal momento che i DCA si manifestano soprattutto in preadoelscenti-adolescenti, è importante tenere sotto controllo alcuni comportamenti e peculiarità che potrebbero agire da indici di un possibile formarsi di un DCA. Tra questi, la dottoressa Colantonio ne sottolinea alcuni, quali:

  • modo in cui si mangia (lentezza, sminuzzamento del cibo, esclusione di alimenti, eccessiva acqua)
  • aumento dell’attività fisica
  • uso frequente del bagno dopo i pasti
  • pensiero fisso e costante sul cibo
  • modifiche improvvise dell’umore
  • maggiore disagio sociale (soprattutto per i ragazzi)

Comportamenti maschili

Per quanto riguarda i soggetti maschili, invece, i pochi studi esistenti sottolineano a livello nosografico delle differenze di genere sostanziali, quali:

  • diminuzione del testosterone e della libido (corrispettivo della perdita del ciclo)
  • BMI non è un indicatore fondamentale (per alcuni) a causa del diverso ideale
  • insoddisfazione corporea manifestata attraverso restrizione alimentare e attività sportiva
  • differenze nell’ideale di bellezza: nelle ragazze si parla di drive for thinnes, mentre nei ragazzi di drive for muscularity. Ossia i ragazzi non tendono tanto ad ideali di magrezza eccessivi, ma ad ideali di definizione muscolare irrealistici, il che si manifesta attraverso ricorso a diete iperproteiche e eccessiva attività fisica

A cosa prestare attenzione

Nel momento in cui si trattano dei preadolescenti bisogna tenere in considerazione alcune peculiarità. Ovviamente, l’obiettivo del trattamento è sempre quello di rimuovere i meccanismi di mantenimento interni e dunque il DCA, ma trattandosi di pazienti molto giovani bisogna prestare attenzione ad alcune cose in più, come ad esempio:

  • ancor maggiore necessità di un’equipe multidisciplinare, data la maggior preoccupazione connessa alla salute fisica. Infatti, i preadolescenti sottopeso possono incorrere in serie problematiche in termini di sviluppo, quindi è importante intervenire al fine di evitarle. Per fare ciò può essere utile usare delle soglie di allarme più basse (ad esempio considerare anche BMI più alti come problematici).
  • uso di procedure specifiche per l’ingaggio e il mantenimento dello stesso e della motivazione del paziente durante tutta la terapia. Infatti, la tecnica CBTE richiede la partecipazione attiva del pz per avere successo.
  • maggiore coinvolgimento della famiglia, che può agire da risorsa per la guarigione attraverso l’empatia e la pazienza.

Il trattamento dei soggetti maschili con DCA, relativamente alla CBTE, non è particolarmente diverso rispetto a quello riservato ai soggetti di genere femminile con DCA. Infatti, si tratta di un trattamento estremamente personalizzato, per cui è sempre malleato sulle specifiche caratteristiche del paziente.

Ovviamente, bisogna tenere in considerazione alcune variabili, già citate precedentemente, come ad esempio i diversi ideali di bellezza nei maschi e nelle femmine. Particolarmente difficile con i ragazzi e far comprendere come il loro drive for mascularity possa essere dannoso, soprattutto in una società in cui quel particolare corpo è spesso apprezzato e considerato desiderabile. La terapia tenterà dunque di proporre nuovi ambiti di valutazione, lavori sull’immagine corporea e sulle diete.

Ambiti di prevenzione dei disturbi alimentari

In ultima analisi, la dottoressa Ramponi affronta le questioni più connesse all’alimentazione, identificando alcuni ambiti di prevenzione che i genitori possono mettere in atto per proteggere il proprio figlio da uno sviluppo di un DCA. Tra questi:

  • promuovere un corretto stile alimentare fin dalla tenera età: gli ultimi dati INSTAT evidenziano come solo il 12% dei bambini e adolescenti consuma frutta e verdura nelle quantità raccomandate, mentre è elevato il consumo di merendine, snack e bevande. Inoltre il 50% dei bambini non consuma la colazione o non lo fa in modo adeguato
  • consumare il maggior numero di pasti possibili in famiglia: infatti i parenti possono essere promotori di un’alimentazione salutare senza costringere/evitare alcuni alimenti. Alcuni studi dimostrano come coloro che consuma più pasti in famiglia hanno maggiore benessere psicologico e un minore rischio di sviluppo di DCA.
  • mantenere peso salutare durante l’infanzia e evitare il sovrappeso: l’Italia è al secondo posto come obesità infantile (25% della popolazione infantile è in eccesso ponderale, in particolare i maschi). È importante a scopo preventivo intervenire con specialisti, che però non facciano uso di diete eccessivamente restrittive (essendo queste spesso un elemento scatenante) o stigma.
  • scoraggiare comportamenti di controllo del peso o della ricomposizione corporea: quindi evitare i salti di pasti, lassativi, diuretici, attività eccessiva, integratori…

Per maggiori informazioni sui disturbi legati all’alimentazione, contatta il Centro Medico Carugate in Via Bertarini, 22, 20061 Carugate MI. Telefono: 340 322 5040

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