L’adolescenza, momento di transizione dall’infanzia all’età adulta, è caratterizzato da molti cambiamenti.
Se per molti anni l’adolescente è parso sofferente, antisociale, violento, oggi è possibile fornire una spiegazione più completa, includendo le modificazioni neurologiche come base di alcuni dei comportamenti tipici, per non stigmatizzare gli adolescenti.
I cambiamenti cerebrali riguardano: esplorazione creativa, derivata dalla conquista del pensiero formale e del ragionamento astratto; maggiore intensità emotiva, che dona all’adolescenti la vitalità tipica di questa fase; coinvolgimento sociale, con la fondamentale presenza del gruppo dei pari, all’interno del quale l’adolescente crea la sua identità usando l’altro come specchio, instaurando legami che potrebbero diventare una rete di sostegno per tutto il corso della vita, ma che a volte potrebbero portarlo a comportamenti pericolosi per ottenere approvazione; ricerca di novità, per la spinta verso la gratificazione.
A livello strutturale e funzionale, nel cervello assistiamo al pruning (potatura) sinaptico e alla mielinizzazione, che migliorano l’efficienza dell’elaborazione delle informazioni e la velocità di comunicazione. Alla fine dell’infanzia, la materia grigia è ricca di neuroni e sinapsi che sono però disordinate ed in eccesso; la potatura sinaptica rimuove il 50% delle sinapsi entro la fine dell’adolescenza: il cervello reagisce al modo in cui focalizziamo l’attenzione, rafforzando i circuiti maggiormente attivati, che quindi non sarà più necessario attivare ogni volta che svolgiamo un’attività nota e che quindi saranno più probabilmente eliminati in adolescenza.
La riduzione delle connessioni nervose, che può sembrare un danno, in realtà migliora l’efficienza, avendo meno neuroni, ma ben collegati in circuiti rinforzati. Inoltre, si sviluppa la sostanza bianca, mielinizzando gli assoni per migliorare la conduttività neurale: la quantità di mielina infatti quasi raddoppia.
I cambiamenti della sostanza grigia e della sostanza bianca permettono un incremento cognitivo rapido, con ripercussioni sull’educazione, la prevenzione e l’intervento. Il cervello dell’adolescente si trova in una “seconda finestra di opportunità”, essendo estremamente plastico; allo stesso tempo il cervello è fragile e vulnerabile, per cui l’esposizione a fattori traumatici o tossici può avere effetti molto negativi: l’abuso di alcool può portare all’assottigliamento della corteccia cerebrale.
Il lobo frontale si occupa delle funzioni esecutive quali: ragionamento critico, controllo degli impulsi, definizione di priorità; tutte funzioni che paiono carenti negli adolescenti.
Anche le competenze sociali si affinano in adolescenza, con lo sviluppo di circuiti della corteccia prefrontale che sottendono all’empatia: gli adolescenti faticano a prendere decisioni basate sulle emozioni altrui perché questa capacità è ancora in via di sviluppo. Invece, nelle aree limbiche, quali ad esempio l’amigdala che regola le emozioni e le reazioni istintuali, l’attività aumenta: le emozioni degli adolescenti emergono in maniera rapida e intensa, poiché le funzioni esecutive non riescono a regolarle; l’adulto potrebbe aiutare il ragazzo a trovare possibili alternative di risoluzione di un problema, contribuendo allo sviluppo delle abilità frontali. Qualora il cervello fallisse nella propria integrazione, possiamo assistere a flessibilità mentale ridotta e a scarsa resilienza.
Il Nucleo Accumbens partecipa al sistema di ricompensa; quando proviamo gratificazione, il sistema di ricompensa rilascia dopamina, che funge da rinforzo, spingendo a ripetere i comportamenti piacevoli, innescando anche il meccanismo della dipendenza.
In adolescenza il livello di dopamina scende, mentre aumenta la quantità rilasciata in relazione ad esperienze piacevoli: sono facilmente annoiati, ma la gratificazione conseguente a una situazione proibita è più alta ed ecco perché gli adolescenti adottano spesso condotte a rischio. Sono spinti quindi dalla ricerca di piacere e ricompensa, ma anche dall’impulsività: tra una gratificazione piccola e immediata ed una grande ma posticipata, gli adolescenti scelgono sicuramente la prima (Marshmallow Test); l’approvazione dei pari è ciò che di più soddisfacente ci possa essere: secondo l’effetto coetanei, le decisioni più pericolose sono prese in gruppo, in quanto la solo presenza di coetanei provoca scariche intense di dopamina. Con lo sviluppo della corteccia prefrontale, però, si sviluppa una nuova competenza, la capacità di controllo cognitivo che permette di controbilanciare il sistema di ricompensa, creando una riflessione tra impulso e azione.
In conclusione: nel cervello dell’adolescente prende il sopravvento il sistema limbico, mentre la corteccia prefrontale è ancora immatura; in questa fase la neuroplasticità permette un enorme potenziale, grazie ai processi di pruning e mielinizzazione; l’adolescente vive in un turbine emotivo, con reazioni emotive istintive accentuate e processo decisionale guidato dalla gratificazione immediata e non dalle possibili conseguenze. Ciò spiega impulsività, reattività emozionale, sottovalutazione del rischio e quindi vulnerabilità alle sostanze psicoattive.
L’adolescente va responsabilizzato perché le esperienze che fa possono hanno importanti conseguente: l’uso intelligente delle ricompense può prevenire la ricerca del piacere nelle sostanze, promuovendo anche la capacità di controllo. Lo sport può essere fondamentale, capace di attivare il sistema di ricompensa e sviluppare funzioni cognitive ed esecutive, coinvolgendo in relazioni sociali in un contesto meno rigido della scuola; importante incoraggiare a cercare genialità e creatività.