Il cibo è sempre stato centrale nella vita degli uomini, che mangiano per festeggiare, negli eventi sociali, per superare le emozioni negative o per sconfiggere la noia; oltre che, chiaramente, per garantire il fabbisogno nutritivo dell’organismo.
Oggi, la “società del benessere”, con cibo sempre disponibile in abbondanza, ha portato ad una visione del cibo come nemico da evitare, per raggiungere modelli estetici perfetti, supportati dai media che offrono consigli e protocolli alimentari, diffondendo informazioni, ma anche paradossalmente creando false credenze sulla nutrizione.
I cibi sono oggi divisi in buoni e cattivi, l’alimentazione deve essere necessariamente sana e perciò si sono diffuse diverse pratiche alimentari restrittive (dieta chetogenica con pochi carboidrati, dieta ipocalorica con basso apporto energetico, dieta macrobiotica con pochi grassi, dieta crudista con alimenti non lavorati e spesso biologici, dieta dissociata che associa diversi alimenti, dieta dukan con molte proteine e addirittura digiuno intermittente).
La linea di demarcazione con regimi alimentari patologici è quindi oggi molto sfumata: si diffondono sempre più ortoressia e vigoressia.
Questi due comportamenti alimentari nascono da un contesto che rinforza l’idea di mangiare sano e che accetta regimi alimentari drastici pur di perseguire il proprio ideale di bellezza; l’ortoressia nasce dall’ossessione per il mangiare sano per mantenere una buona salute, mentre la vigoressia riguarda l’ossessione per la forma fisica perfetta, con alimentazione iperproteica e esercizi fisici per ottenere muscolatura ipertrofica. Infatti, in entrambe le patologie cibo e pratiche sportive definiscono il proprio senso di identità, ma allontanano l’individuo dalla collettività per via della rigidissima disciplina alimentare da seguire.
L’autostima poggia ora sul mantenimento della forma fisica, con fortissimi sensi di colpa e disagio qualora di fallisse; in caso di fallimento, con l’ortoressia si praticano diete sempre più ristrettive, con la vigoressia si aumentano all’estremo gli allenamenti in palestra, con eventuale uso di sostanze anabolizzanti. Secondo alcuni si tratta di una fuga dalla realtà e dai suoi problemi, alla ricerca di rifugio nel cibo, non scelto più per il gusto, ma per i benefici che può apportare al corpo: l’unico aspetto della vita controllabile è il cibo e tutte le ansie sul futuro sono rivolte ai piatti da consumare.
Quindi, due comportamenti alimentari che partono con l’idea di un regime salutare e sano finiscono con l’estremizzare questo ideale e causare squilibri nutrizionali e complicazioni mediche: importante sempre mantenere un approccio flessibile, anche sull’alimentazione, poiché qualsiasi rigidità eccessiva è pericolosa.