covid

Con l’arrivo del coronavirus, le scuole sono state chiuse a livello nazionale: osserviamo quindi un cambiamento nella quotidianità di 8 milioni di studenti, fortemente disorientati da questi limiti e dalle incertezze. Si è introdotta la didattica a distanza, ma attraverso i computer si perde inevitabilmente il contatto con la classe: l’isolamento in casa e la scarsa socializzazione potrebbero avere conseguenze negative sulla salute psicofisica.

Alcuni fattori di stress riguardano il prolungamento di tale situazione, con paure del virus e dell’infezione, l’essere sottoposti a continue informazioni, spesso anche allarmistiche, la mancanza di contatti sociali, assenza di spazio personale in casa, difficoltà economiche familiari e in generale stati emotivi negativi.

E’ chiaro inoltre che l’impatto del virus non è uniforme nelle famiglie, c’è chi ha perso dei cari, chi ha avuto i genitori a casa, chi invece ha visto i propri genitori lavorare in prima linea contro il covid-19; comune è il vissuto di paura, fondamentale un ambiente familiare confortante.

La comunità scientifica riconosce un rischio di sviluppo di diverse psicopatologie, in reazione a questa situazione difficile, alimentato da fattori individuali, ambientali e dall’elaborazione soggettiva della situazione. Hans Seley ha descritto la reazione di un organismo agli eventi stressanti, la Sindrome Generale di Adattamento, in tre fasi: allarme (attivazione sistema nervoso autonomo – uguale per tutti in quanto reazione fisiologia), resistenza, con adattamento allo stress, ed esaurimento quando lo stress permane troppo a lungo. Queste reazioni nei bambini e negli adolescenti sono particolarmente legate al contesto familiare e agli adulti di riferimento.

Spesso peraltro in questa fase i ragazzi hanno assunto nuove abitudini poco salutari, prive di routine quotidiane e fatte di sedentarietà, isolamento e alimentazione scorretta; importantissimo invece mantenere strutturate le giornate, prediligendo attività che possano tenere a basa lo stress e far esprimere le emozioni.

Prime fra tutti, l’arte e il gioco, che forniscono, simbolicamente, controllo su una situazione così caotica: tramite la creatività possono esprimere ciò che a parole faticherebbero a spiegare.

Importantissimo anche fare sport o comunque mantenere uno stile di gioco di movimento, per poter anche esprimere le emozioni più spiacevoli. Non può mancare un confronto intimo e una relazione positiva con l’adulto, che funge da modello sano e diviene fattore protettivo.

Nella “seconda fase” emergono i progetti sul futuro: importante tenere in considerazione una eventuale paura all’idea di uscire di casa; meglio proporre cambiamenti più graduali per prepararsi al rientro a scuola.

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